
Cosa sono gli antibiotici?
Alcune malattie comuni sono causate da batteri. Per curarle, è necessario ricorrere agli antibiotici.
In caso di otite, tonsillite, cistite – solo per fare esempi di malattie molto comuni – quasi sempre l’agente responsabili della malattia è da cercare in un agente particolare: un batterio.
I batteri sono microrganismi unicellulari, diffusi in ogni ambiente del pianeta e molti di questi svolgono funzioni importanti per il benessere nostro e dell’ambiente: basti pensare ai batteri della flora intestinale, che svolgono importanti funzioni per l’equilibrio del tubo digerente e l’assetto del sistema difensivo. Alcuni batteri, tuttavia, possono causare malattie e vengono quindi definiti per questo motivo batteri patogeni.
Per eliminare questi microrganismi nocivi diventa necessario assumere farmaci particolari, gli antibiotici.
Esistono molti tipi diversi di antibiotico, attualmente quelli maggiormente utilizzati nella pratica clinica sono classificabili in sei gruppi:
- penicilline
- cefalosporine
- aminoglicosidi
- tetracicline
- macrolidi
- fluorochinoloni
I batteri non sono vulnerabili a un unico antibiotico. Quindi è corretto dire che per ogni batterio patogeno esiste uno o più antibiotici efficaci che, per la terapia, verranno scelti tenendo conto del tipo di malattia, dell’età e dello stato di salute del paziente.
La scelta della terapia antibiotica più appropriata tiene conto del tipo di malattia, dell’età e dello stato di salute del paziente. Alcune infezioni batteriche di lieve entità possono anche risolversi spontaneamente senza il ricorso agli antibiotici. La prescrizione della terapia antibiotica, in dosi e modalità, spetta solo al medico curante.
Uso corretto degli antibiotici:
Gli antibiotici sono farmaci efficaci solo se vengono utilizzati correttamente: una assunzione “fai da te”, senza prescrizione e controllo medico, può causare più problemi che benefici.
A volte può accadere che un paziente alle prese con una infezione non tragga giovamento da una cura antibiotica. Oppure che, pochi giorni dopo la scomparsa dei sintomi della malattia, questa si ripresenti con più aggressività.
Che cosa può essere successo? Solitamente, situazioni di questo genere suggeriscono che la cura non è stata praticata nella maniera corretta. Come e più di altri farmaci gli antibiotici, per essere efficaci, devono essere assunti tenendo conto di alcune regole.
Le tre che andiamo ad elencare sono le più importanti:
È il medico a decidere la dose, non il paziente. Aumentare la dose non velocizza la guarigione, anzi può risultare controproducente se non addirittura tossico. Diminuire il dosaggio può invece far sì che il batterio impari a resistere contro quel tipo di antibiotico. E il farmaco, in questo modo, diventa inutile. |
Ricordare di assumere le dosi di farmaco prescritte alle ore stabilite. Una terapia ben fatta deve essere regolare. Se la regolarità di assunzione del farmaco viene meno, anche l’efficacia potrebbe ridursi. |
Completare la terapia antibiotica per l’intera durata della prescrizione. Un errore comune è quello di sospendere la terapia appena i sintomi sono svaniti o si è verificato un primo miglioramento. Tuttavia i batteri potrebbero non essere stati debellati completamente e, quindi, la malattia potrebbe riemergere con maggiore violenza. E, nel contempo, i batteri che l’hanno provocata potrebbero essere divenuti resistenti alla terapia. |
Come accennato, l’uso scorretto degli antibiotici può rivelarsi dannoso. Non solo per il singolo paziente, ma per l’intera comunità. I batteri, infatti, hanno la capacità di sviluppare una resistenza contro uno o più principi attivi contenuti nei diversi antibiotici. Questo fenomeno è definito farmacoresistenza o antibiotico-resistenza e può complicare l’iter di cura dei pazienti perché, nel corso del tempo, si sono selezionati ceppi batterici resistenti a più antibiotici. Ma avere selezionato in questo modo ceppi di batteri resistenti alle cure è un danno sociale, perché questi possono essere trasmessi ad altre persone e complicare anche il loro percorso terapeutico.