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Il diabete mellito è una sindrome clinica che presenta una iperglicemia cronica, cioè un valore di glucosio circolante elevato. La glicemia che viene misurata per arrivare alla diagnosi di diabete mellito è la cosiddetta glicemia basale, cioè quella che viene misurata al mattino a digiuno.

Consideriamo normale la glicemia basale quando è inferiore a 100 mg/dl, mentre è ritenuta diagnostica di diabete se è uguale o superiore a 126 mg/dl. Quando la glicemia basale è compresa tra 100 e 125 mg/dl si parla di pre-diabete.

In taluni casi si verifica che la glicemia aumenti significativamente dopo i pasti anche in soggetti con glicemia basale bassa e per tale motivo è stata inserita nella diagnostica del diabete anche l’emoglobina glicata (HbA1c), in quanto questo esame è espressione delle glicemie medie, sia basali che post-prandiali, che si sono registrate negli ultimi tre mesi. Una HbA1c uguale o superiore a 6,5% può essere espressione di diabete, mentre una HbA1c compresa tra 5,7 e 6,4% orienta per un pre-diabete.

Normale

Pre-diabete

Diabete

Glicemia (mg/dl)

<100

100-125

>126

HbA1c (%)

<5,7

5,7-6,4

>6,5

Glicemia dopo 2 ore da un carico di 75 grammi di glucosio (mg/dl)

<140

140-199

>200

Diabete mellito: classificazione

Il diabete mellito può essere dovuto a molteplici cause, ma le forme più frequenti sono due: il diabete di tipo 1 e il diabete di tipo 2.

Il diabete di tipo 1 una volta veniva definito giovanile o anche insulino-dipendente, in quanto colpisce prevalentemente soggetti giovani e la terapia viene effettuata utilizzando l’insulina. Esso rappresenta circa il 5-10% di tutte le forme di diabete.Esso è dovuto a un processo auto-immune, cioè alla produzione di anticorpi e altri processi immunitari che distruggono gradualmente le cellule del pancreas che producono insulina.

Il diabete di tipo 2 o non insulino-dipendente è la forma di diabete mellito più frequente ed è connotato da una forte componente familiare e i soggetti colpiti quasi sempre sono in sovrappeso.La base fisiopatologica principale è rappresentata dall’insulino-resistenza, cioè da una incapacità dell’insulina a svolgere in maniera corretta il suo ruolo fisiologico.

L’insulino-resistenza è in gran parte geneticamente determinata, ma un ruolo rilevante lo svolge uno stile di vita inadeguato, rappresentato da una dieta sbilanciata in calorie e in assunzione di carboidrati e da scarsa attività fisica, soprattutto lieve-moderata.

Esistono altre forme di diabete, tra i più frequenti c’è il diabete gestazionale, che è un diabete insorto in gravidanza: esso rappresenta un fattore di rischio per complicanze della gravidanza e del parto che interessano sia la madre che il feto. Ha criteri diagnostici completamente differenti dalle altre forme di diabete e in genere regredisce dopo la gravidanza. Le donne che hanno avuto il diabete gestazionale sono a rischio di sviluppare il diabete mellito di tipo 2 nell’arco della loro vita.

Il diabete mellito può portare sia complicanze acute e a complicanze croniche.Le complicanze acute, che non sono frequenti, insorgono a causa di elevazioni particolarmente rilevanti della glicemia e possono condurre a un vero e proprio stato di coma. Le complicanze croniche invece sono abbastanza comuni e possono colpire i grossi vasi arteriosi (complicanze macrovascolari, come ictus, ischemia cardiaca, arteriopatia degli arti inferiori), i piccoli vasi (complicanze microvascolari come retinopatia e nefropatia, rispettivamente cause importanti di cecità e dialisi), i nervi sia del sistema motorio sia del sistema vegetativo.

Farmaci per il trattamento del diabete e ipoglicemia

L’ipoglicemia è una riduzione della glicemia al di sotto di una certa concentrazione plasmatica, che di solito è fissata a 70 mg/dl. E i sintomi sono: confusione, annebbiamento della vista, mal di testa, talora irritabilità, tremori, sudorazione, fame, pallore, tachicardia, cardiopalmo. Le principali cause dell’ipoglicemia sono eccessiva assunzione di farmaci antidiabetici, eccessiva assunzione di insulina, insufficiente od omessa assunzione di cibo, eccessiva attività fisica, eccessiva assunzione di alcol, assunzione di un pasto inusualmente povero in carboidrati.

La tabella sucessiva riassume brevemente le varie categorie di farmaci ipoglicemizzanti e la loro modalità di azione

Classe di farmaci

Modalità per ottenere la riduzione glicemica

Biguanidi (metfomina) Azione insulino-sensibilizzante con conseguente riduzione della produzione epatica di glucosio
Secretagoghi (sulfaniluree e glinidi) Stimolazione delle cellule beta del pancreas a produrre insulina
Inibitori dell’alfa-glucosidasi (acarbosio) Rallentamento e riduzione dell’assorbimento intestinale di glucosio
Tiazolidinedioni (pioglitazone) Azione insulino-sensibilizzante
Inibitori di DPP-IV o gliptine Aumento della disponibilità degli ormoni intestinali GLP-1 e GIP
GLP1-mimetici o agonisti del recettore
del GLP-1 (incretino-mimetici)
Azione di stimolazione del recettore dell’ormone GLP-1
Inibitori di SGLT2 (gliflozine) Eliminazione renale di glucosio (glicosuria)
Insulina Azione ipoglicemizzante diretta mediante azione sui recettori dell’insulina

E’ necessario ricordare che un corretto stile di vita è necessario per la cura e la terapia del diabete. Questo argomento verrà trattato in un’altro articolo.