
La stipsi nell’età pediatrica è un problema di entità decisamente superiore a quanto si potrebbe credere. Non esistono dati statistici, ma i dati raccolti da alcuni ricercatori indicano che più del 5% delle madri si rivolgono al medico o al farmacista preoccupate per la stipsi, vera o immaginaria, di cui soffrono i loro figli. I problemi più spesso lamentati, oltre alla lunghezza degli intervalli tra le evacuazioni, riguardano le caratteristiche delle feci, sovente definite come friabili e secche, e i notevoli sforzi che i bambini devono compiere all’atto della defecazione.
Nella letteratura pediatrica non vi è consenso generale sulla definizione di stipsi. Solitamente si fa diagnosi di stipsi quando si verifica meno di una evacuazione ogni tre giorni e quando quantità moderate o grandi di feci solide sono palpabili all’esame del retto. L’elenco delle cause che possono provocare stipsi nei bambini è molto lungo; tra le cause patologiche, piuttosto rare, sono l’acalasia anale e la malattia di Hirschprung. Va rilevato tuttavia che la causa della stipsi in assoluto più frequente è di natura funzionale. Nel lattante, in modo particolare, una delle più comuni cause dei disturbi di emissione delle feci, che si può associare a situazioni a carattere di colica, è l’impiego di latte artificiale per l’alimentazione. Alcune statistiche segnalano che dopo il terzo mese di vita solo il 3% dei neonati riceve ancora allattamento al seno. Nonostante la maggior parte dei tipi di latte “adattato” contengano la stessa quantità di lattosio del latte materno, le caratteristiche microscopiche delle feci dei bambini nutriti con tali prodotti non corrispondono a quelle dell’alimentazione a base di solo latte materno.
I BATTERI INTESTINALI
La spiegazione di questo fenomeno è semplice: il latte materno, oltre al lattosio, contiene anche una serie di oligosaccaridi che stimolano la crescita dei lactobacilli, soprattutto del L. Bifidus.Tale germe non rappresenta un fattore indispensabile per l’accrescimento e lo sviluppo del lattante; tuttavia è in grado di rallentare la crescita di microorganismi del genere dei batterioidi e della famiglia dell’E. Coli. Inoltre i lattobacilli che crescono in un ambiente anaerobio per spostamento del pH chimico svolgono una lieve azione lassativa. Pare quindi importante, nella scelta dei farmaci ad azione lassativa nei lattanti, privilegiare dei composti che agiscano in qualche modo da “fattori di crescita” rispetto al L. Bifidus.
MECCANISMO D’AZIONE
La misurazione del pH delle feci ha consentito di osservare una maggiore acidità delle feci dei lattanti che assumono lattulosio rispetto agli altri. Questo fenomeno dipende dal fatto che la quasi totalità del lattulosio giunge immodificata nelle ultime porzioni intestinali, dove viene attaccato dai batteri. La fermentazione a opera dei batteri produce l’acidità che stimola la peristalsi intestinale. Non solo. La somministrazione di lattulosio provoca una diminuzione del numero di germi potenzialmente patogeni, quali E.Coli e streptococchi, a favore dei lattobacilli che raggiungono il 90% della popolazione intestinale totale. Tali lattobacilli possono infatti utilizzare come substrato energetico proprio il lattulosio.
UN MECCANISMO FISIOLOGICO
Il lattulosio agisce quindi sull’intestino fisiologico. La formazione di feci a maggiore acidità, l’aumento di lattobacilli e il potere osmotico dovuto al lattulosio e ai prodotti della sua fermentazione consentono l’evacuazione sfruttando meccanismi comunemente impiegati dall’intestino del neonato.